LA GIUSTIZIA DEI VINTI (Italian Edition) by ANTONIO DI DALMAZI

LA GIUSTIZIA DEI VINTI (Italian Edition) by ANTONIO DI DALMAZI

autore:ANTONIO DI DALMAZI [DI DALMAZI, ANTONIO]
La lingua: ita
Format: mobi
pubblicato: 2013-04-05T22:00:00+00:00


«Il marchio!», esclamò improvvisamente Frank riscuotendosi dal torpore del pessimismo dei suoi pensieri. «Come ho fatto a non pensarci prima?»

Si raddrizzò nuovamente sulla poltroncina ed afferrò la penna con violenza come se avesse paura che qualcuno potesse portargliela via da un momento all’altro; strappò un altro foglio dal block notes e con mano tremante per l’eccitazione cominciò a scrivere a chiare lettere in stampatello: ‘SAD DEVIL SLUR’. Cominciò velocemente ad anagrammare quella frase così spaventosa, sicuro che avrebbe nascosto qualcosa, un indizio, una traccia, un modo per arrivare all’assassino. La sfera della penna scorreva veloce sul foglio di carta, disegnando lettere contorte che si susseguivano velocemente formando parole, tante parole, decine di parole, centinaia di combinazioni senza senso; la sua mente lavorava instancabilmente, analizzava, scomponeva, scriveva, ricomponeva, studiava, combinava nuovamente…

Ad un certo punto si fermò sconcertato. Aveva ragione. Quella frase nascondeva qualcosa. Ma era molto più di un indizio o di una semplice traccia. Quelle parole agghiaccianti contenevano il nome dell’assassino.

Rilesse quel nome dieci, cento, mille volte; cercò di trovare un significato a quello che stava accadendo. Ebbe un leggero capogiro. Ma come poteva essere?

Ripensò ai cadaveri mutilati, alle analisi effettuate, alle ipotesi più assurde, alle piste battute ed abbandonate. Un brivido di freddo gli percorse la schiena, bloccando tutte le sue più elementari facoltà mentali e fisiche; non era possibile! Non aveva alcun senso e non riusciva a capacitarsene.

Si portò le mani sul volto sperando di perdersi nel buio dei suoi palmi, di sparire tra le fessure delle sue dita; milioni di pensieri gli attraversarono la testa in un solo secondo, rendendo difficoltose le sue capacità di tornare alla realtà.

No, non era possibile che fosse così! Doveva esserci uno sbaglio, un errore di valutazione, una mancanza di attenzione nell’analisi di… eppure il nome che campeggiava a chiare lettere sul foglio di carta immacolato lasciava pochi dubbi. Era finita. Ormai il cerchio si era chiuso, non c’era più nulla che il killer potesse più fare per scappare. Credeva di essere stato più furbo di lui, di essersi preso gioco di loro ancora una volta; pensava che non sarebbero mai riusciti a risalire alla sua identità tramite quel folle ed allucinante gioco di parole. Prese il telefono dalla tasca della giacca per poter attivare il dispositivo per la cattura dell’assassino; era questione di tempo, il tempo necessario per organizzare una squadra operativa e… guardò l’apparecchio con aria sconcertata. La batteria era completamente scarica, il telefono non dava alcun segno di vita.

«Merda!», imprecò sottovoce mentre si alzava per uscire dall’internet point e dirigersi verso la macchina; sarebbe andato direttamente in ufficio dove avrebbe organizzato le cose con calma, spiegando la situazione assurda e paradossale a tutti.

Uscì velocemente dal negozio investito dal freddo pungente della sera; guardò l’orologio digitale della farmacia all’angolo: le 21:30. Non sarebbe certamente tornato a casa per cena. Forse per l’ultima volta, però; doveva smetterla con quella vita, voleva tornare ad essere un uomo normale, un marito premuroso in grado di badare alla sua famiglia, di regalare delle emozioni,



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